Formentera Hippy: Sulle Tracce della Generazione che Rese Celebre l'Isola

Formentera Hippy: Sulle Tracce della Generazione che Rese Celebre l'Isola
8 giorni fa

Chiudete gli occhi per un istante e provate a dimenticare la Formentera delle copertine e degli aperitivi. Ora, immaginate un'isola diversa. Un'isola bruciata dal sole e accarezzata dal vento, dove le strade erano sentieri di polvere rossa e il silenzio era rotto solo dal belare delle pecore e dal frinire delle cicale. Un luogo dove il tempo non si misurava in ore, ma in albe e tramonti.

Questa era la Formentera che, alla fine degli anni '60, iniziò a richiamare a sé un'intera generazione. Giovani provenienti da tutto il mondo, con i capelli lunghi, i vestiti colorati e un desiderio irrefrenabile di fuggire da una società consumista che non li rappresentava più. Non cercavano lusso, ma libertà. Non cercavano comfort, ma autenticità. E la trovarono qui, in questo scoglio del Mediterraneo che divenne la loro utopia, il loro rifugio. Questo è un viaggio nel cuore della Formentera hippy, sulle tracce di quello spirito che, anche se più silenzioso, non ha mai smesso di vibrare.

L'Arrivo: Quando il Paradiso Era un'Isola (quasi) Deserta

Per capire la rivoluzione hippy, bisogna capire com'era Formentera prima di loro. Un'isola povera, aspra, abitata da contadini e pescatori tenaci. La vita era scandita dal lavoro nei campi, dalla raccolta del sale e dalla pesca. Non c'era quasi nulla di ciò che oggi diamo per scontato: l'elettricità era un lusso per pochi, l'acqua corrente un miraggio e le strade asfaltate quasi inesistenti.

Fu proprio questo isolamento, questa semplicità primordiale, ad attirare i primi "peluts" (i "capelloni", come venivano chiamati con un misto di diffidenza e curiosità dagli isolani). Arrivavano dall'America in fuga dalla guerra in Vietnam, dall'Europa in rivolta del '68, in cerca di un luogo dove poter vivere secondo i propri ideali: pace, amore e comunità. Trovavano vecchie fincas abbandonate che potevano affittare per pochi spiccioli, spiagge deserte dove vivere nudi senza essere giudicati, e una natura così potente da diventare essa stessa una forma di spiritualità. La storia di Formentera stava per cambiare per sempre, scritta non da conquistatori, ma da sognatori a piedi nudi.

Fonda Pepe: il Cuore Pulsante di una Rivoluzione Pacifica

Ogni rivoluzione, anche la più pacifica, ha bisogno di un quartier generale. A Formentera, quel quartier generale era un piccolo bar-ristorante dalle pareti bianche e le porte blu nel cuore di Sant Ferran: la Fonda Pepe. Ancora oggi, sedersi a uno dei suoi tavolini all'aperto significa respirare un pezzo di storia. Ma negli anni '60 e '70, questo non era solo un bar. Era molto, molto di più.

Era l'ufficio postale non ufficiale, dove arrivavano le lettere da casa. Era il salotto di una comunità, dove ci si scambiavano idee, si condivideva il poco che si aveva e si organizzavano feste. Era un crocevia di creatività, dove pittori, musicisti e poeti trovavano ispirazione e davano vita a collaborazioni artistiche. Le leggende narrano che tra quei tavoli siano passati nomi come Bob Dylan (durante i suoi soggiorni sull'isola) e i Pink Floyd, che si dice abbiano trovato qui parte dell'ispirazione per la colonna sonora del film "More", girato nella vicina Ibiza.

La Fonda Pepe era l'epicentro di quel "buen rollo", di quella vibrazione positiva che permeava l'isola. Era un luogo dove le differenze sociali e culturali si annullavano. Non importava da dove venissi o quanti soldi avessi in tasca; ciò che contava era l'energia che portavi. Ancora oggi, entrare alla Fonda Pepe significa fare un piccolo viaggio nel tempo. Le pareti trasudano storie, e se si ascolta attentamente, si può quasi sentire l'eco delle chitarre e delle risate di una generazione che credeva di poter cambiare il mondo.

Vivere il Sogno: Racconti di Vita Comunitaria e Libertà Assoluta

Come si viveva in quella Formentera? Si viveva di poco, ma si viveva pienamente. Le giornate non erano scandite da appuntamenti e scadenze, ma dal sole. Ci si svegliava tardi, si passava la giornata in spiaggia, spesso a Migjorn, dove il nudismo era la normalità e il corpo veniva vissuto come parte integrante della natura. Si suonava la chitarra intorno al fuoco, si facevano bagni notturni sotto cieli stellati così limpidi da sembrare finti.

Vivevamo in fincas condivise, coltivavamo piccoli orti, barattavamo ciò che avevamo. Un pescatore ci dava il pesce in cambio di un aiuto a tirare le reti, un contadino ci regalava la frutta in cambio di una mano nel campo. Era una vita basata sulla condivisione, non sul possesso".

La creatività era ovunque. Si dipingeva, si scriveva, si creavano gioielli con conchiglie e cuoio, si cucivano abiti. Era un'esplosione di espressione personale libera dalle logiche del mercato. Non si produceva per vendere, ma per il puro piacere di creare. Questa filosofia è la radice di quell'artigianato unico che ancora oggi caratterizza l'isola.

L'Eredità Hippy Oggi: Dove Ritrovare lo Spirito di Libertà

Cosa rimane oggi di quella magica utopia? La Formentera degli anni '70 non esiste più, è innegabile. L'isola è cambiata, il turismo ha portato nuove regole e nuovi ritmi. Eppure, l'anima hippy non è morta. Si è semplicemente trasformata, mimetizzata, e per trovarla bisogna sapere dove guardare.

I Mercatini Hippy: Colori, Artigianato e Atmosfere Uniche

Il luogo dove l'eredità di quella generazione è più tangibile e vibrante sono senza dubbio i mercatini hippy di Formentera. Non sono semplici mercati, ma veri e propri punti di incontro, eredi diretti di quella creatività spontanea.

  • Mercatino de La Mola: Aperto il mercoledì e la domenica pomeriggio, è il più grande e famoso. Fondato nel 1984 dagli artigiani che vivevano sull'altopiano, mantiene ancora oggi una regola ferrea: si può vendere solo ciò che è stato creato o elaborato sull'isola. Passeggiare tra le sue bancarelle significa immergersi in un mondo di gioielli d'argento, ceramiche, abiti dipinti a mano e oggetti in cuoio. Il tutto accompagnato da musica dal vivo nella piazza centrale, che crea un'atmosfera magica e comunitaria.
  • Mercatino di Sant Ferran: Più piccolo e intimo, anima le serate estive del paese. Qui l'arte si mescola alla musica, e spesso sono gli stessi artisti a esibirsi, creando un'atmosfera bohémien che ricorda molto da vicino quella della Fonda Pepe.

Musica, Yoga e "Buen Rollo": le Oasi Moderne

Lo spirito hippy sopravvive anche in certi luoghi e in certe abitudini. Lo si ritrova nei chiringuitos storici dove al tramonto ci si siede ancora sulla sabbia per ascoltare buona musica, senza formalità. Lo si percepisce nei numerosi centri yoga e di meditazione che sono sorti sull'isola, che portano avanti quella ricerca di connessione interiore che era un pilastro della controcultura. E soprattutto, lo si sente nel famoso "buen rollo", quell'atteggiamento rilassato e aperto che ancora oggi, nonostante tutto, caratterizza la vita sull'isola.

Un Atteggiamento, non un'Apparenza

In definitiva, la vera eredità hippy di Formentera non è uno stile di abbigliamento o un genere musicale. È un atteggiamento. È il rispetto profondo per la natura, la scelta di muoversi in bicicletta o a piedi, la preferenza per una vita più semplice e meno materialista.

Quindi, la prossima volta che sarete a Formentera, provate a cercare queste tracce. Sedetevi alla Fonda Pepe e ordinate un bicchiere di hierbas. Visitate il mercatino de La Mola e parlate con gli artigiani. Godetevi un tramonto in silenzio su una scogliera. Scoprirete che lo spirito di quella generazione colorata e sognatrice non se n'è mai andato. È ancora lì, nel vento che profuma di sale e di pini, in attesa di chiunque abbia ancora voglia di ascoltare.

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